
24 Nov Uscito in nuovo numero di SuperAbile dove si parla di noi!
Nel numero di Novembre di SuperAbile esce un nuovo articolo a cura di Jacopo Storni che parla di noi:
Il cielo in una stanza (d’ospedale)
Al pronto soccorso dell’ospedale Careggi i pazienti con autismo e disabilità intellettive possono attendere il loro turno in una quiet room, dove tutto è a misura dell’utente: dalla musica classica di fondo alle pareti cangianti fino agli spazi personalizzabili.
ulla parete c’è una cascata scintillante, immersa in una natura lussureggiante. In sottofondo una musica classica idilliaca e rilassante. Accanto ai cuscini, il pavimento vibra conferendo un’armoniosa distensione e creando una vibrazione tattile su tutto il corpo. Non sembra proprio di essere al pronto soccorso, dentro questa stanza magica dove i sensi si rilassano e la tensione si attutisce. È la stanza multisensoriale del pronto soccorso dell’ospedale fiorentino di Careggi, inaugurata prima dell’estate, uno spazio pensato per accogliere soprattutto gli utenti con disabilità intellettiva e migliorare il momento dell’attesa ospedaliera, attraverso relax e integrazione sensoriale. Uno spazio protetto e contenitivo, grazie anche alla forma curvilinea che avvolge l’utente e lo accoglie in un luogo che non sia istituzionale e respingente, ma rassicuri e garantisca comprensione attraverso un disegno chiaro degli spazi. La camera, insonorizzata, è pensata prevalentemente per i pazienti con disabilità cognitiva, per le persone con autismo e per tutte quelle persone che, arrivando in ospedale in condizioni difficili, hanno bisogno di isolarsi in un ambiente protetto. E in questo luogo è realmente possibile. Sulla parete accanto all’ingresso c’è un iPad che funziona come telecomando. Si può selezionare lo scenario da proiettare sulla parete: cascata, bosco lucente, cielo stellato. Ognuno accompagnato da una musica diversa. Tutto l’ambiente è avvolto da un colore, che può essere scelto dall’utente, con un semplice clic sull’iPad, a seconda dello stato d’animo. E poi le simpatiche animazioni che permettono ai pazienti con disabilità intellettiva di comunicare più facilmente: c’è la vignetta con su scritto «Ho fame» e quella con la frase «Ho bisogno del bagno», ma anche «Sto male» e tutte le sottotracce per descrivere la tipologia di malessere: «Male ai denti», «Dolore alla pancia», «Male all’orecchio», «Male al petto» e così via. Su un’altra parete, alcuni cuscini rimovibili che i pazienti possono disporre come meglio credono, costruendo una nicchia di relax personalizzata dove immergersi. Al centro della stanza, due comode poltrone dove il paziente ha la possibilità di confrontarsi con un operatore sociale o uno psicologo. Quasi una piccola Spa all’interno del pronto soccorso, un luogo dell’anima dove fuggire con il corpo e con la mente, per qualche minuto, dall’ambiente ospedaliero classico. E proprio grazie all’insonorizzazione della stanza, è possibile isolarsi completamente senza sentire alcun rumore proveniente dai corridoi, spesso chiassosi, del pronto soccorso. Il progetto, unico in Italia e costato 34mila euro, nasce da una collaborazione tra l’Azienda ospedaliera universitaria Careggi, il Centro per l’autismo Pamapi e l’apporto innovativo di Du it, attraverso un processo di ricerca interdisciplinare centrato sui legami tra le caratteristiche spaziali e lo stato clinico delle persone con disabilità riferite all’autismo. Du it è una start-up di servizi alla progettazione e fornitura di sistemi terapeutici sensoriali di tecnologia innovativa, fondata nel 2015 da due architetti, Lorenzo Romualdi, coordinatore alla progettazione, ed Elena Bellini, dottoranda del dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. I risultati di questa sperimentazione saranno portati all’interno di una ricerca sul rapporto tra progettazione e autismo, volto al miglioramento delle condizioni del contesto ambientale e del comfort psicologico dell’individuo. «È una stanza basata sull’emozionalità – ha detto Lorenzo Romualdi, l’architetto ideatore –. Dove non arriva il farmaco, c’è questo luogo rilassante che può facilitare il rapporto con qualsiasi tipo di terapia delle persone, dal disabile intellettivo alla donna che deve partorire fino al malato di cancro». Un’idea, quella della stanza multisensoriale, fortemente voluta dal direttore del pronto soccorso di Careggi Stefano Grifoni: «Negli ospedali italiani c’è purtroppo una sempre maggiore attenzione alla malattia e una sempre minore attenzione al malato; con questo progetto vogliamo continuare a ribaltare questo concetto per curare la persona e rendere la cura più umana possibile. Finora la stanza è stata utilizzata da quattro pazienti, ma l’obiettivo è incrementare le fruizioni attraverso una formazione mirata al personale sanitario». Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Consulta Handicap del Comune di Firenze e supportato dall’assessorato alla Sanità e alle politiche sociali della Regione Toscana che, in caso di buona riuscita al Careggi, intende esportare la stanza multisensoriale in tutti gli ospedali toscani. «Sono molto contenta di questo risultato – ha commentato l’assessore Stefania Saccardi –. Quando inaugurammo il nuovo pronto soccorso di Careggi, lanciai una provocazione, dicendo che per essere davvero un pronto soccorso moderno e nuovo avrebbe avuto bisogno di un percorso attento alla disabilità intellettiva». Così maturò gradualmente «l’idea di un percorso specifico ed è un obiettivo che ci siamo dati per tutta la Toscana. Vogliamo replicare questa esperienza non solo in tutti i pronto soccorso della nostra regione, ma anche nei reparti, affinché gli ospedali diventino luoghi con forte sensibilità anche per le persone con disabilità».